Pubblicato il 24/10/2020 su facebook: vai al post per ulteriori commenti
Non sono un intenditore di vini, ma da tempo misuro la mia credibilità ed autorevolezza (solo con me stesso, sia chiaro, al netto di qualsiasi presunzione - e non solo a tavola... ) sia ordinando il vino al ristorante leggendo la carta dei vini da sinistra (pur controllandone poi il prezzo per pesare l'onestà del ristoratore) che inserendo solo prodotti finanziari di qualità (e relativo costo coerente) nei miei portafogli modello che eventualmente propongo.
Così come non potrebbero MAI spacciarmi prosecco per trento doc o franciacorta, menchemeno per champagne, sono anni che nessuno riesce più a spacciarmi qualità gestorie di prodotti ancorchè blasonati al 2 o 3% di commissione di gestione per poi sottoperformare semplici ETF benchmark degli asset utilizzati.
Questione di esperienza e di EDUCATION. Di fondi riclassificati negli assessment e forse anche di numero di bottiglie degustate... ?
Sui rossi non son un drago, ma se ordinassi un Mouton Rothschild Pauillac (90% Cabernet Sauvignon, 8% Merlot e 2% Cabernet Franc) non riusciresti a portarmi in un decanter un pinot!
Gli uomini di affari (incompetenti evidentemente in vini) della tavola menzionata nell'articolo... mi ricordano investitori milionari presi per il naso dalle blasonate private banking con portafogli inefficienti per capacità gestorie e costi.
Solo questione di education degli investitori, da una parte, e persone (forse poco competenti nonostante i biglietti da visita o magari persino poco serie) dall'altra.
https://www.decanter.com/.../new-york-restaurant-mistake.../