Pubblicato il 20/10/2018 su facebook: vai al post per ulteriori commenti
Mi ha incuriosito l'articolo di Leopoldo Gasbarro su Il Giornale (lo incollo nei commenti) che mette in relazione (base ricerca di PwC), pur nella concisione di un articolo, il rendimento medio ottenuto dai risparmi degli italiani alla loro educazione finanziaria e lo confronta con il rendimento ottenuto dai risparmiatori di altre nazioni.
Mi ha incuriosito perchè era un mio vecchio "pallino" quello di tentare, in trattativa finanziaria, di "calcolare il GAP DI VALORE" che un Consulente Finanziario può creare con il suo lavoro rispetto ad un risparmiatore fai da te.
Suggestivo tentativo: se riuscisse diventerebbe semplice argomentare il valore della pianificazione e la successiva "parcella".
La differenza tra 1,8% e 30% in 6 anni non mi ha convinto. Ho così cercato lo studio completo
https://www.pwc.com/.../docs/digital-wealth-management.pdf
Real Estate, Liquidità, Titoli di Stato... le basi complessive di calcolo dello studio PwC sono di difficile comprensione anche per un professionista, immagino per un risparmiatore.
Subito i managers delle reti si sono affrettati a condividere l'articolo ed il messaggio in esso contenuto per ingigantire le fette di mercato da aggredire... come se fosse automatica la relazione di un incremento dall'1,8% al 30% delle performances nei prossimi 6 anni grazie ai promotori finanziari.
Bah! (L'incremento delle over, forse... forse la prima educazione sarebbe quella di scendere dal piedistallo della vendita).Mi ha incuriosito l'articolo di
Leopoldo Gasbarro
su Il Giornale (lo incollo nei commenti) che mette in relazione (base ricerca di PwC), pur nella concisione di un articolo, il rendimento medio ottenuto dai risparmi degli italiani alla loro educazione finanziaria e lo confronta con il rendimento ottenuto dai risparmiatori di altre nazioni.
