Pubblicato il 16/06/2017 su facebook: vai al post per ulteriori commenti
Ho "riperimetrato" in rosso i vari portafogli modello della tavola di Fidelity, che riassume le statistiche di rendimento medio secolare, max rendimento e max drawdown a 1 anno, nonché max e min rendimento a 15 anni, seguendo le logiche dei SEGMENTI DI RISCHIO.
Un paio di evidenze: il "momento del ciclo" di entrata di un investimento PIC sugli indici (gestione passiva) diventa discriminante di successo (nel senso che se si incontra un dd profondo stile 2008 l'anno successivo l'inizio dell'investimento i rendimenti a scadenza ne risentiranno) se non si pianificano interventi di ribilanciamento successivi (che non vuol assolutamente dire "flirtare col trend-following");
Il livello attuale dei tassi obbligazionari è evidente deprimano i rendimenti attesi dei prossimi anni dei primi 3 segmenti;
I rendimenti attesi dei segmenti con componente azionaria (ultimi 3) dei prossimi anni risentiranno del livello attuale raggiunto dalle valutazioni azionarie (CAPE, P/E etc...) - vedi post sui rendimenti attesi dei prossimi 5-7-10 anni delle principali asset class.
Visto che l'articolo di Fedelity è impostato sulla diversificazione: è evidente che diversificazione è il contrario di scommessa o comunque investimento di "convinzione". Un ulteriore evidenza che ho studiato dai miei modelli è che oltre ad un certo livello diversificare troppo non aumenta l'efficienza rischio/rendimento (oltre che creare confusione per una frammentazione eccessiva di prodotti con, pure, appesantimento di costi).
Ecco perché "q.b." (quanto basta).
https://www.fidelity.com/.../mutual-funds/why-diversify...