Pubblicato il 23/03/2017 su facebook: vai al post per ulteriori commenti
Ieri ho partecipato al seminario Anasf a Genova tenuto da Gaetano Megale dal titolo "Mifid 2: crash test della Consulenza Finanziaria".
L'emersione, la pubblicazione, la "salienza" (come dice Gaetano) dei prezzi della Consulenza Finanziaria (in sostanza dei costi dei prodotti utilizzati dai Consulenti Finanziari per investire i denari dei Clienti - attraverso le cui retrocessioni vengono di fatto pagati) sarà il punto nodale di numerose novità che saranno introdotte dal 2018 da una normativa di cui si conoscono le linee guida ma il cui testo definitivo per l'Italia uscirà nei prossimi mesi. La Mifid 2.
Il Cliente verrà, sicuramente, messo al corrente in modo puntuale, almeno una volta l'anno, della spesa totale sostenuta attraverso l'intermediario utilizzato e potrà chiederne la ripartizione analitica dei prenditori. Una rivoluzione?
Nel titolo di questo post una analogia (da approfondire con l'articolo del Corsera): detenere un titolo come Intesa Sanpaolo che nell'ultimo anno è sceso di oltre il 10% ma che staccherà un dividendo di oltre il 7% questo e presumibilmente per i prossimi anni è interessante oppure no?
Seguire i consigli di un Consulente Finanziario anche se il costo totale fosse superiore al 2% in un anno in cui, è solo un esempio, il portafoglio subisse una performance negativa, è sensato oppure no?
E' importante il valore o il costo?
La prima domanda da porsi potrebbe essere:
"A chi attribuisco la competenza per pianificare finanziariamente il mio denaro?" ... e una volta individuato chi: "E' giusto pagarlo?".
http://www.corriere.it/.../mix-favorevole_principale.shtml