Pubblicato il 22/02/2018 su facebook: vai al post per ulteriori commenti
Ovvio. Ma per un investitore sono inevitabili. Dall'inizio di Febbraio in molti mi chiedono come leggere questo nuovo ritorno della volatilità: uno storno temporaneo, un riequilibrio delle quotazioni dopo qualche eccesso, oppure qualcosa di più ampio che potrebbe portare ad un cambio del ciclo economico?
"Se lo sapessi con certezza farei il miliardario e non il Consulente Finanziario" è la mia solita risposta...
Ho una mia idea, ovviamente. La sintetizzo con "tassi e materie prime mi sembrano troppo bassi per essere alla fine di una congiuntura positiva"... ma significa tutto e niente. Solo sensazioni: guai a scommettere sulle sensazioni, negli investimenti!
Il sito di Vanguard Advisor mi viene, come spesso succede, in aiuto.
Una breve traduzione dell'incipit di questo articolo.
How to navigate market corrections
"Il mercato azionario statunitense ha recentemente registrato alcuni giorni di scambi volatili, incluse due sessioni consecutive all'inizio di febbraio, quando l'indice Standard & Poor's 500 ha registrato perdite significative. Anche se ci sono spiegazioni per queste svendite - preoccupazioni su valutazioni più elevate, aumento dell'inflazione e politica della Federal Reserve USA, per citarne solo alcune - hanno colto di sorpresa la maggior parte degli investitori. E hanno portato inevitabili domande sul fatto che uno dei mercati toro più longevi dalla Grande Depressione stia per rinfrescarsi.
Tali "pullbacks" non sono rari. La ricerca del Vanguard's Investment Strategy Group mostra che dal 1980 un importante evento di mercato, ad esempio una correzione o un mercato ribassista, si è verificato ogni due anni circa. Quindi il tipico investitore globale dovrà sopportare molti di questi eventi nel corso della sua vita. Nell'attuale contesto, una correzione del mercato, definita come un calo del 10% da un picco, significherebbe, ad esempio, lo S & P 500 scendere a circa 2.585.
Le flessioni non sono eventi rari. Gli investitori tipici, in tutti i mercati, ne subiranno molti durante la loro vita."
Tra l'altro ho ricevuto nei giorni scorsi una intervista da parte di un giornalista del Sole 24 Ore proprio sulla "materia" dei DRAWDOWNS. Queste le poche battute che ho rilasciato. Forse le leggeremo sabato su Plus 24 nell'ambito di un articolo più ampio. Tenete sempre conto che il mio lavoro è fare il "Consulente Finanziario", non il Gestore. In quanto tale il mio compito non è "interpretare il mercato". Il mercato dei capitali è sempre amico, per aiutare finanziariamente i progetti di vita!
Secondo la mia esperienza, tenendo conto che utilizzo per i miei Clienti strategie "buy & hold” a livello globale, a mio modo di vedere più sicure ed efficienti per la tipologia dei miei Clienti, l'unico modo per ottimizzare la volatilità è, potendolo fare, comprare quando il mercato scende.
Ci sono due tipi di drawdown dei mercati azionari, uno fisiologico e uno più profondo, che avviene in concomitanza dei cambi di ciclo, quindi con successiva caduta dell’economia in recessione, come avvenuto nel 2000 e nel 2008. Statisticamente, sempre dalla mia esperienza, ho rilevato che acquistando azionario dopo un calo del 15% del mercato si riescono ad intercettare quei cali fisiologici, c.d. “storni di aggiustamento”, che portano poi il mercato a riprendersi velocemente il più delle volte.
Quando ci si imbatte, per converso, in un cambiamento di ciclo, serve maggiore pazienza per vedere le quotazioni riprendersi, ma anche chi avesse acquistato al top del 2007 dopo 5-7 anni avrebbe riportato in guadagno l’investimento. Anche qui acquisti ad ogni -15% durante il drawdown sono una possibilità operativa interessante.
Chi si avvicina all’equity deve mettere in conto un orizzonte pianificato di almeno 10 anni e progetti di vita coerenti per i montanti attesi.
Chi vuol investire sull’azionario deve avere la capacità di sopportare psicologicamente cali anche vistosi. Qualora nei prossimi anni dovesse arrivare un cambio di ciclo economico il drawdown delle singole borse potrebbe anche superare il 50% e non tutti gli investitori sono capaci di reggere a questo peso. E’ importante quindi dosare correttamente la quantità di capitale da destinare a questi progetti, comunque diversificando e valutando anche l’impatto psicologico degli importi di perdita teorica tollerabili durante le discese dei mercati… sebbene, ripeto, con un orizzonte di 5-7 anni queste perdite normalmente rientrino (c.d. “recovery period”) come la statistica dimostra nella maggioranza dei casi.
(Fulvio Marchese - Consulente Finanziario)