Pubblicato il 26/07/2020 su facebook: vai al post per ulteriori commenti
Avere davanti il quadro della Gioconda e riuscire a concentrarsi sulla cornice (pardon: riuscire a far concentrare colui che deve comprare consulenza finanziaria... sulla cornice!). E' il paradosso provocatorio che mi è venuto in mente dopo i post di ieri sull'ennesima diatriba con chi difende l'attività di BROKER (broker: tradotto in italiano "venditore" di altro rispetto alla consulenza buy-side).
Il quadro, la Gioconda, raffigura l'intero compunding possibile di una intera vita di investimento attraverso i semplici mercati ed asset allocation strategiche (precipua attività di spiegazione di chi "consiglia e forma" gli investitori). La cornice rappresenta la presunta capacità (di un intermediario, di un gestore, di un consulente) di migliorare il rischio/rendimento in qualsiasi orizzonte temporale attraverso prodotti con taumaturgiche previsionalità e tattiche attive...
Purtroppo le mie evidenze degli assessments di centinaia di portafogli di decine di intermediari e broker dicono altro. Ma sbaglierò io o sono molto sfortunato nelle scelte dei portafogli da verificare.
Pongo un'altra domanda provocatoria: perchè un consulente finanziario italiano per i propri investimenti personali deve pagare la classe "retail" dei prodotti attivi distribuibili attraverso anche il proprio intermediario? Significa quindi che il 70% dei costi di gestione (che sono distributivi) nulla hanno a che fare con la consulenza finanziaria... (visto che, ovviamente, un cf non dovrebbe aver bisogno di un cf)?
Non è che chi continua a difendere questo strano sistema di vendita commissionale ha la volpe sotto l'ascella...?
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