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Investire non è facile. Anzi è controintuitivo

2021-01-25 18:47

Fulvio Marchese

Investire non è facile. Anzi è controintuitivo

Il mercato tradizionale dell'intermediazione tende a semplificare tutto il processo banalizzando ciò che il Risparmiatore dovrebbe fare.

Pubblicato il 02/10/2016 su facebook: vai al post per ulteriori commenti

Il mercato tradizionale dell'intermediazione tende a semplificare tutto il processo banalizzando ciò che il Risparmiatore dovrebbe fare: "fiducia nell'intermediario e pedalare", riassumendo.

Secondo me il Risparmiatore dovrebbe invece essere educato a conoscere, prima di tutto, se stesso.

Persino il sito Consob può aiutare a conoscere i principali errori cognitivi di chiunque si avvicini al mondo degli investimenti.

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Percezione del rischio e propensione al rischio
Istinto e scorciatoie di pensiero
Ottimismo e overconfidence
Framing effect
Avversione alle perdite
Paura del rimpianto e herding behaviour
Disposition effect
Mental accounting
Miopia e procrastinazione

http://www.consob.it/.../errori-e-trappole-comportamentali

In sintesi ecco i 7 "peccati capitali" dell' Investitore.

1. la percezione del rischio basata sulle proprie esperienze personali e non sulle frequenze storiche, ricordando il bene e dimenticando il male;

 

2. il framing: rivolgere l’attenzione a un dettaglio o comunque a una rappresentazione non obiettiva dei fatti;


3. l’avversione alle perdite: la tendenza a trascurare le prospettive di lungo termine per concentrarsi su quelle di breve periodo, rispetto alle quali può essere dominante la paura di dover subire perdite;


4. l’attenzione al comportamento altrui: condividere con altri la responsabilità di una scelta eventualmente sbagliata per ridurre il "rimpianto" (cosiddetto attribution bias);


5. effetto disposizione: spesso gli individui non sanno decidersi a liquidare un investimento in perdita e senza prospettive di miglioramento, anche se non sarebbero disposti a investire il valore corrente dell'investimento nel titolo stesso;


6. bilanci mentali: gli individui tendono a ragionare per conti mentali, definiti in base alla fonte del reddito e alla tipologia e frequenza di consumo;


7. incoerenza: scelte che appaiono ottimali oggi diventano meno attraenti con il passare del tempo (cosiddetta incoerenza dinamica), generando insoddisfazione e ripensamenti in quanto ci si focalizza sul breve termine e sulle proprie esperienze personali.

Vi invito a leggere la lezione tratta dal sito di GAM per la rubrica "I soldi in testa" del prof. Legrenzi anche solo per comprendere quanto poco banale sia il processo di investimento dei propri denari.

Grazie all'amico Walter Cappello ed al suo blog Good Sense Finance
http://goodsensefinance.blogspot.it/.../laboratorio-swiss...